Sbocciano i fiori, quelli del Giardino Botanico di Londra.
Per gli scienziati il cambiamento climatico è irreversibile.
Quello che negli ultimi anni sta diventando uno dei temi più diÂbattuti, il cambiamento climatiÂco, il riscaldamento della terra, trova anche sulla sponda sud del Tamigi.
Dieci chilometri a nord di Londra, mezz’ora di metropolitana dal centro della capitale, ecco il Giardino Botanico di Londra.
E’ una realtà che si misura con i colori, i profuÂmi, le forme dei fiori.
Nigel Taylor, il curatore dell’orÂto botanico più famoso del monÂdo, lo ha detto con chiarezza.
Le quattro stagioni.
L’inverno non esiste più. A parte una settimana a cavallo di NataÂle, negli ultimi dodici mesi non si è mai fatto sentire.
E l’anno scorÂso è stato ancor più straordinaÂrio: la primavera è arrivata in gennaio, l’estate in aprile, l’auÂtunno è stato caldo e soleggiato». E la prima ad adeguarsi, mentre gli uomini sono ancora lì a tentaÂre di capire, è stata la natura.
Sandra Bell è la responsabile di un dipartimento nuovo di zecca.
Tour.
La visita guidata ai giardini è sorprendente. Ecco, di fronte al-l’Orangerie, quel che resta dei bucaneve che hanno dato il meÂglio a fine gennaio.
Le rose big purple hanno già le foglioline di un fresco colore marrone. La maÂgnolia invece ha le gemme gonfie e pelose; il biancospino, che bisoÂgna andare a cercare dietro il Kew Palace, è ormai una nuvola bianca; e poi il pruno selvatico e perfino i narcisi, che le guide proÂmettono ad aprile, sono già tutti fioriti. Dice Bell: «Quelli che per noi sono mutamenti impercettiÂbili nelle piante diventano evidenti.
A essere cambiate sono soÂprattutto le fioriture della prima metà dell’anno, specialmente i bulbi. I tempi per specie come i bucaneve, i crocus, i narcisi si soÂno clamorosamente anticipati».
Quelle di Sandra Bell non sono solo parole. Costruita nel 1631, diÂventata dal 1718 una delle resiÂdenze reali, la tenuta di Kew è stata trasformata dall’Ottocento in parco botanico. Da allora, lì si sono formate generazioni di stuÂdiosi che coltivano e analizzano ogni genere di piante.
Specie.
Le specie che, secondo la Royal Horticultural Society, prospereranno a Londra e quelle che, invece, avranno difficoltà in base alla data di fioritura.
Ogni anno, per cinquant’anni, ha scritto su un registro, accanto ai nomi di cento piante, il giorno in cui è sbocciato il primo flore. Dal 2000 quell’archivio è stato inÂformatizzato e scorrerlo riserva scoperte interessanti.
PrendiaÂmo il narciso. CinÂquant’anni fa il primo fiore con i petali gialÂli ha messo fuori il caÂpino a Kew il 9 di marzo. Poi negli anni Sessanta sul registro è annotata la data del 3 di marzo. Più tardi negli anni Settanta, il 13 febbraio; e negli anni Ottanta il 12. Negli anni Novanta un giorno in anticiÂpo ancora, 111. Nel 2000 la fiorituÂra è stata anticipata al 27 gennaÂio e il record è stato quello del 2007, quando il primo daffodil si è aperto il primo gennaio. E non è il solo: gli anemoni hanno guadaÂgnato 19 giorni, i crocus e i bucaneve 11.
Il calendario degli eventi di Kew ne è uscito stravolto. Michael Williams, il cor-dinatore, è desolato: «Nei depliant non possiamo più scriveÂre le date. Per star dietro alle fioriture negli ultimi anni abbiamo dovuto più volte spostare l’inizio del nostro festiÂval di primavera».
Bisogna cambiare anche i nomi delle manifestazioni: quello che era il bluebellday, a maggio, è staÂto ribattezzato blubell wonder, perché a maggio le campanule soÂno già sfiorite. Il biancospino di maggio, che si chiamava così proÂprio perché fioriva in maggio, ha messo le prime foglie ai primi di gennaio, con più di due mesi in anÂticipo. Anche l’organizzazione del lavoro, qui dentro, è stata stravolÂta: dalla preparazione del terreno all’innaffiatura.
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Entrare qui significa estraniarsi dal frastuono della metropoli e immergersi in un paradiso composto da oltre 5.000 piante provenienti da tutte le parti del mondo. In particolare, infatti, qui si studiano le colture delle popolazioni aborigene, l’utilizzo delle erbe nel campo della medicina e si produce un miele prelibato grazie alle api che popolano il giardino stesso.
E’ un gioiello segreto nel cuore di Londra. Grazie dal tuo commento!