Giornata Mondiale degli Oceani per celebrare e tutelare le distese d’acqua nel mondo.

Oceani e mari sono in crisi, minacciati soprattutto dall’inquinamento da plastica.

La giornata celebra l’inestimabile valore di questi ecosistemi.

La Giornata Mondiale degli Oceani fu istituita dall’Onu l’8 giugno 1992, in occasione del vertice sull’ambiente di Rio de Janeiro.

Introduzione.

Per festeggiare ed evidenziare l’importanza di questo inestimabile patrimonio comune l’8 giugno si celebra la Giornata mondiale degli oceani. Istituita dall’Onu l’8 giugno 1992, in occasione del vertice sull’ambiente di Rio de Janeiro.

L’acqua.

L’acqua ha qualcosa di speciale e misterioso. Tutte le creature viventi hanno un elevato contenuto di acqua, che ricopre inoltre il 71 per cento della superficie del nostro pianeta. Negli oceani la vita ha avuto inizio e senza di loro potrebbe cessare.

Giornata Mondiale degli Oceani.

Eppure oggi l’acqua evoca immagini di morte e di degrado. Pensiamo alle migliaia di persone in fuga da conflitti che muoiono ogni anno nel vano tentativo di attraversare il mare a bordo di imbarcazioni inadeguate. Oppure alle vere e proprie isole di plastica che galleggiano negli oceani e non sono che la punta dell’iceberg (anch’esso di plastica).

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Galleria d’immagini.

Pensate di conoscerli come le vostre tasche? Ecco 20 curiosità meno note sui mari e i loro abitanti.

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PRODUCONO IL 70% DELL’OSSIGENO CHE RESPIRIAMO. La fotosintesi effettuata dal fitoplancton rilascia prezioso ossigeno in atmosfera. Un organismo in particolare, il Prochlorococcus è responsabile, per quantità di ossigeno rilasciato in atmosfera, di uno su cinque dei nostri respiri. Nella foto, una fioritura di fitoplancton dall’alto.

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LE FORESTE OCEANICHE CRESCONO LETTERALMENTE A VISTA D’OCCHIO. Il kelp gigante (Macrocystis Pyrifera) è uno degli organismi a più rapido sviluppo del pianeta Terra. Per raggiungere i suoi oltre 30 metri di altezza, quest’alga può crescere anche di 60 cm al giorno.

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NON È DEL TUTTO VERO CHE ABBIAMO MAPPATO MEGLIO MARTE DEGLI OCEANI. Ogni tanto lo avrete sentito dire. In realtà, abbiamo mappato con la tecnologia praticamente il 100% dei fondali marini. Altra cosa è conoscerli in alta definizione. Questo purtroppo non ci è ancora possibile. Marte, che non è ricoperto d’acqua, è in questo senso meglio visibile.

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SONO GLI OCEANI A TENERE “ACCESO” INTERNET. Quasi il 99% del traffico web globale scorre su cavi sottomarini fissati ai fondali. Che subiscono gli attacchi di predatori affamati (la maggior parte di queste arterie per le comunicazioni web prevede rivestimenti anti-squalo).

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DISCIOLTE NEI MARI CI SONO 20 MILIONI DI TONNELLATE D’ORO. Eccezionalmente diluite, però: in un litro di acqua di mare potreste trovare 13 miliardesimi del metallo.

Laghi e fiumi sottomarini.

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ESISTONO LAGHI E FIUMI SOTTOMARINI. Si tratta di masse d’acqua sui fondali caratterizzate da un diverso livello di salinità rispetto alle acque circostanti, con le quali pertanto non si mescolano.

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ANCHE I FONDALI OCEANICI PIÙ REMOTI SONO RUMOROSI. Immergendo uno speciale microfono a quasi 11 km di profondità nella Fossa delle Marianne, gli scienziati hanno potuto avvertire un discreto baccano, che includeva rumori di terremoti sottomarini, il canto delle balene e suoni di origine antropica. Nella foto, il sottomarino Deep Discoverer esplora a circa 6.000 metri di profondità la fossa delle Marianne.

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Fosse marine.

[bctt tweet=”Il Monte Everest starebbe comodamente alloggiato nella Fossa dele Marianne.” username=”belmaxhugo”] L’abisso Challenger, il punto più profondo della superficie del nostro pianeta e della Fossa delle Marianne stessa, si trova a una profondità compresa tra i 10.898 e i 10.994 m sotto il livello del mare. L’Everest è alto 8848 metri. Soltanto quattro discese sono state tentate in questo punto. L’ultima delle quali dal regista James Cameron nel 2012. Nella foto un Triton Submarine, un batiscafo per raggiungere profondità marine estreme.

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LA MAGGIOR PARTE DELLE ERUZIONI VULCANICHE AVVIENE SOTT’ACQUA. L’80% delle emissioni di lava del Pianeta ha luogo senza che ce ne accorgiamo, perché fuoriesce dal milione di vulcani sottomarini (solo alcuni dei quali attivi) presenti sui fondali marini. Le acque calde che li circondano pullulano di vita. Nella foto il vulcano subacqueo Mata Fitu, a 2600 metri di profondità vicino alle isole Samoa.

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C’È UNA CASCATA SOTTOMARINA CHE FA IMPALLIDIRE TUTTE QUELLE TERRESTRI. Si trova nello Stretto di Danimarca, tra Groenlandia e Islanda, e ha un volume di acqua pari a quello di 2000 delle più importanti cascate note. La massa d’acqua fredda proveniente da est dello stretto, a contatto con l’opposta massa calda, sprofonda per oltre 3 km. Nella foto, una finta cascata sottomarina al largo di Mauritius: in realtà, è soltanto un’illusione ottica.

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ABBIAMO STUDIATO GLI OCEANI CON LE PAPERELLE DI GOMMA. Nel 1992, un container con più di 28 mila papere giocattolo in viaggio dalla Cina agli USA (decisamente più piccole di quella nella foto) si rovesciò nell’Oceano Pacifico settentrionale. Gli oceanografi seguirono il viaggio dei finti pennuti per studiare l’andamento delle correnti. Ne trovarono in acque europee e alle Hawaii, fino a metà degli anni 2000.

Il luogo più remoto del mondo.

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IL SUD PACIFICO OSPITA IL LUOGO PIÙ REMOTO DEL MONDO. Il Punto Nemo o polo oceanico dell’inaccessibilità si trova a 2688 km dalle terre più “vicine” (tra cui l’Antartide e l’Isola di Pasqua). Virtualmente, gli astronauti della ISS, a cira 400 km di quota, abitano più vicino a questo luogo di qualunque altro terrestre.

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QUESTO PESCE OSSEO È IL PIÙ NUMEROSO VERTEBRATO DEL MONDO. I pesci della famiglia delle Gonostomatidae, più corti delle vostre dita delle mani e con la bocca armata di denti, sono presenti nei mari a centinaia di trilioni (un trilione equivale a mille miliardi). Per fare un confronto, esistono 24 miliardi di polli sulla Terra, e non sono pochi.

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FU MAGELLANO A DARE IL NOME ALL’OCEANO PACIFICO. L’esploratore e navigatore portoghese (1480-1521) lo chiamò così per via delle acque calme e dei venti favorevoli che incontrò durante la sua navigazione, durante la prima circumnavigazione del globo da egli intrapresa.

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ABBIAMO DESCRITTO SOLO UN TERZO DELLA VITA DEGLI OCEANI. La vastità degli oceani e la pressione a grandi profondità limitano le nostre capacità di esplorazione fisica dei fondali. Sono quindi ancora moltissime le potenziali forme di vita da scoprire nei mari. Facciamo passi avanti però: ogni anno vengono descritte circa 2000 nuove specie acquatiche.

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[bctt tweet=” Stiamo avvelando l’Oceano e i loro abitanti” username=”belmaxhugo”]. I pesci nel Nord del Pacifico ingeriscono, globalmente, tra le 12 mila e le 24 mila tonnellate di plastica immessa nei mari. Inoltre, i materiali di scarico che riversiamo negli oceani alimentano la crescita incontrollata di alghe che, decomponendosi, consumano ossigeno e danno origine ad aree prive di vita, dove gli organismi viventi non hanno gas da respirare.

L’immagine è tratta dal documentario A Plastic Whale (“Una balena di plastica”).

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Tsunami e relitti.

GLI TSUNAMI POSSONO ESSERE ALTI ANCHE 30 METRI. Tale è l’altezza record dell’onda anomala che nel 1958 si riversò su Lituya Bay, Alaska, in seguito a un terremoto di magnitudo 7.8. L’impatto distrusse la vegetazione fino a 525 metri di quota sopra alla baia. Ben più alte sono le onde interne che si sviluppano diversi km sotto la superficie, per l’incontro di masse d’acqua di diversa densità. Questi cavalloni, non visti, possono essere alti anche 240 metri, e aiutano la circolazione e lo scambio di calore.

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STIAMO PROVANDO A RENDERE GLI OCEANI POTABILI. Anche se per ora, i costi e l’energia necessari per desalinizzare l’acqua di mare rendono assai più conveniente attingere da fonti di acqua dolce. Nel frattempo, non provate a berla così com’è. L’acqua di mare, se bevuta al posto dell’acqua dolce, provoca la disidratazione a causa dell’elevata quantità di sali in essa disciolti (35 grammi per litro contro un decimo di grammo nell’acqua di fiume).

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ALCUNI PESCI ANTARTICI HANNO L'”ANTIGELO”. Per sopravvivere alle temperature polari, i pesci che vivono sotto i ghiacci del Polo Sud (come il Pagothenia borchgrevinki) hanno sviluppato proteine che impediscono la formazione di cristalli di ghiaccio nel sangue. Un antigelo naturale che consente la normale circolazione anche in situazioni estreme.

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GLI OCEANI SONO STERMINATI (E RICCHI) CIMITERI. Secondo la NOAA, l’Amministrazione Nazionale e Oceanica e Atmosferica USA, sono circa un milione i relitti di navi disseminati sui fondali marini. A bordo conservano reperti del valore di decine di miliardi di dollari (60 miliardi il totale, secondo alcune stime). Questi tesori sono protetti da severe leggi nazionali, in quanto patrimoni archeologici.

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