Lo spinaccio, di costituzione robusta, antianemica e rinforzante, è proprio una pianta di ferro.

Le origini delle spinaci non sono chiare; alcuni pensano che provengano dal Nepal, dove pare siano stati coltivati per la prima volta, altri sostengono che abbiano avuto origine in Persia, l’attuale Iran.

Di certo, già nel cinquecento, a Firenze le suore benedettine coltivavano le spinaci nei loro orti.

Le varietà più comuni di spinaci sono rappresentate da il “Gigante d’inverno” il “Re dell’estate”, il “Merlo nero” e il “Matador”.
spinaccio

Verdura di ferro.

Di costituzione robusta, antianemica e rinforzante, è proprio una pianta di ferro

Sottocoperta.

Una specie di piccola serra a forma di tunnel nell’orto è utile per prolungare o anticipare la vita degli ortaggi. Vie­ne per lo più costruito con tondini di ferro piantati nel terreno e coperti con teli plastici.

L’esperienza insegna che coprirlo con un telo di polietilene normale (PE) co­sta poco, ma trattiene altrettanto poco il calore e in più produce condensa, si opacizza, dura poco, invece iò telo di polieti­lene termico costano circa il doppio, ma man­tengono meglio il calore, producono poca condensa, restano trasparenti e s durano di più.

Le varietà invernali di spinaccio si seminano da agosto a novembre per es­sere raccolte da ottobre a marzo.

I modi sono due: si se­mina in solchetti tracciati con i denti del rastrello, distribuendo ogni cinque sol­chetti circa mezzo grammo di seme per ogni metro lineare e poi ricoprendo. Oppure si versa il seme a spaglio, circa 20 grammi per 5 metri quadrati. Il telo in PVC è, a pa­rità di metraggio, più pesante (circa 250 gr per mq contro i 190 del polietilene termico e dell’EVA) e si conserva per un paio d’anni.

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• Dove c’è spesso il vento, il tunnel va orientato con la testa rivolta in direzione del vento dominante.
• Per arieggiare un piccolo tunnel ba­sta aprirne le estremità, ma l’apertu­ra laterale è più comoda. Per ottener­la si piantono nel terreno, in posizio­ne alternata agli archetti di ferro, dei picchetti ai quali si lega una corda da far passare, incrociato, sopra il tun­nel. La corda tratterrà il telo, sollevato lateralmente all’altezza desiderata.

Quando, dopo qualche settimana, le piantine sono cresciute a suffi­cienza per poter essere consumate crude in insalata, si dirada la colti­vazione quanto basta per lasciare fra quelle che restano in terra un palmo di distanza in tutti i sensi.

spinacci

Le cure, prima e dopo.

L’acqua è indispensabile, soprat­tutto nel caso di semine nel mese d’agosto. Più tardi, se la stagione de­corre mite e asciutta, si annaffia ugual­mente, di preferenza al mattino. Il con­cime è necessario; ma attenzione, lo spinacio incorpora facilmente le sostanze che trova nel terreno ed è meglio evita­re la fertilizzazione del medesimo con letame fresco o urea. Va bene invece un prodotto come la Borlanda e il sangue secco, da somministrare ogni dieci gior­ni all’inizio dello sviluppo vegetativo.

Per evitare il marciume delle piantine si anticipa la soluzione del problema im­mergendo i semi, prima di spargerli, in una soluzione rameica (polvere bordo­lese KB o prodotto simile). Gli spinaci si raccolgono estirpando l’intera pianta o recidendo via via, di ognuna, le foglie più esterne. Per congelarli, utilizzare so­lo le foglie esterne private del picciolo. Lavarle rapidamente, scottarle per 2 minuti in acqua bollente, passarle subi­to in acqua fredda, scolare e asciugare sommariamente fra due teli.

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Stendere le foglie, leggermente compresse, su un fo­glio di carta oleata e in uno strato non più alto di un dito, mettere nel freezer.

Dopo qualche ora insacchettare, data­re, rimettere nel congelatore.

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